CONFERENZA – Trebula Mutuesca un luogo per maghe, dee, donne e sante

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A Monteleone Sabino, alla fine degli anni 50 del Novecento, un gruppo di allora giovani archeologi Adriano La Regina, Filippo Coarelli, Mario Torelli e Fausto Zevi, che poi divennero tra i giganti dell’archeologia italiana, condussero le prime ricerche in un sito del tutto sconosciuto, portando alla luce elementi monumentali di una piccola cittadina del cuore dell’Italia. I loro studi costituiscono ancora oggi le basi su cui si fonda la conoscenza dell’antico municipio di Trebula Mutuesca, abitato romano che si colloca ad appena 1,5km dal centro di Monteleone Sabino.

Si portarono allora alla luce i resti di un tempio, di un deposito votivo ricolmo di ex-voto fittili, di un anfiteatro. Gli scavi furono poi interrotti e solo dagli anni ’80 del Novecento la Soprintendenza territoriale di competenza riprese le ricerche dapprima individuando e precisando le modalità di costituzione del deposito votivo, poi negli anni 2000 riportando alla luce l’anfiteatro.

Nel 1995 fu inaugurato il piccolo Museo Civico Archeologico “Trebula Mutuesca” a Monteleone Sabino, un museo territoriale che si caratterizza per essere l’istituzione che raccoglie e interpreta il patrimonio cultuale del proprio contesto.

Scopo della conferenza è diffondere la conoscenza di una realtà museale che si caratterizza per essere uno dei musei archeologici più strettamente legati al territorio della Sabina della provincia di Rieti propriamente detta. La relazione millenaria tra il vicus romano di Trebula Mutuesca, il paese attuale di Monteleone Sabino, il santuario di Santa Vittoria, luogo frequentatissimo oggetto di pellegrinaggio e devozione, è condensato infatti nel Museo Civico Archeologico, dove si racconta questa storia attraverso alcuni importanti reperti e i continui rimandi al territorio.

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