Sabato 17 marzo il Museo Archeologico Cicolano, new entry del sistema SIMBAS, avrà l’onore di ospitare il prof. Tersilio Leggio, vicepresidente del Centro Europeo di Studi Agiografici di Rieti, storico medievista, autore di numerosi saggi sulla Sabina e il Reatino e profondo conoscitore dei fenomeni insediativi che segnarono la Valle del Salto nei primi secoli del Medievo. La conferenza che il prof. Leggio terrà alle ore 17 presso la sede del MAC di Corvaro di Borgorose (RI) avrà come tema “Il Cicolano tra castelli, monasteri e pievi rurali (X-XIII secolo)” e riguarderà soprattutto una delle trasformazioni che più ha connotato il territorio di ieri e il paesaggio di oggi: l’incastellamento iniziato nel X secolo.
Furono di certo le prime incursioni dei Saraceni, stanziati negli ultimi decenni del X secolo nella Valle del Salto, ad accelerare il mutamento delle vecchie forme insediative del territorio. Ai villaggi sparsi legati al fitto reticolo di pievi e di cappelle si aggiunsero presto rocche di fondazione signorile governate dai nuovi rappresentanti del potere laico: i conti di Rieti ed alcune consorterie locali. Oltre alla loro presenza dominante, contribuirono alla riconfigurazione insediativa del Cicolano, seppur marginalmente, sia i monasteri benedettini presenti – come Farfa, S. Salvatore Maggiore e S. Pietro in Valle – sia i vescovi di Rieti.
Tra il XII e il XIII secolo, il susseguirsi degli stanziamenti dei Normanni, degli Svevi e degli Angioini altera nuovamente il quadro politico della zona. Per consolidare il potere i nuovi conquistatori fanno perno sull’appoggio locale dei vari rami nei quali si è già frammentata la casata dei conti di Rieti. Le rocche mutano in edifici sempre più solidi e resistenti agli assedi; i villaggi aperti del Cicolano si orientano verso i nuovi centri di potere, divenendo castra fortificati chiusi dove si concentra la vita e le risorse; compaiono i primi castelli – Corvaro, Torano, Castelmenardo, Maleto, Pescorocchiano – e il paesaggio si cristallizza in forme insediative rimaste pressoché intatte fino in età contemporanea.
Parallelamente all’incatenarsi di questa maglia di fortezze sul territorio, la costellazione di pievi, cappelle rurali e piccoli monasteri attende silente alla cura spirituale degli abitanti locali, formando un tessuto connettivo altrettanto importante che dialoga e sostiene il potere signorile, e si mantiene nei secoli, fino a caratterizzare ancora oggi l’area cicolana. È in definitiva un processo di cambiamento, quello avvenuto tra X e XIII secolo, tra i più salienti e vivaci della storia della valle del Salto, di cui restano a testimonianza i numerosi monumenti civili e religiosi. Essi compongono un patrimonio di pregio indiscutibile, meritevole di una maggior salvaguardia e di una miglior valorizzazione, sottoposto purtroppo ad un pesante degrado al quale nessun ente preposto ha tentato finora di porre rimedio.